La rigenerazione ossea dentale è una procedura chirurgica utilizzata in odontoiatria per ricostruire o aumentare il volume dell’osso mascellare o mandibolare, spesso in vista del posizionamento di un impianto dentale. Si tratta di un intervento che sfrutta innesti di osso naturale (prelevato dal paziente o da un donatore) oppure materiali sintetici biocompatibili, con l’obiettivo di favorire la crescita di nuovo tessuto osseo.
Come per qualsiasi intervento chirurgico, però, è fondamentale conoscere anche i possibili rischi e complicanze legati alla rigenerazione ossea, in modo da affrontare questo percorso con maggiore consapevolezza.
- Quali sono gli effetti collaterali di un innesto osseo dentale?
- Quali sono i fattori di rischio per l’insuccesso di una rigenerazione ossea dentale?
- Domande frequenti sui rischi della rigenerazione ossea dentale
Quali sono gli effetti collaterali di un innesto osseo dentale?
Gli effetti collaterali e le complicanze della rigenerazione ossea possono essere suddivisi in rischi generali, comuni a qualsiasi intervento chirurgico, e rischi specifici, legati alla particolarità della procedura. Dai un'occhiata alla seguente tabella per saperne di più.
Categoria | Effetti collaterali/complicanze | Descrizione |
Rischi generali | Dolore e gonfiore | Fastidi post-operatori comuni, controllabili con farmaci analgesici e ghiaccio. |
Sanguinamento o ematomi | Possibili subito dopo l’intervento, tendono a risolversi spontaneamente. | |
Infezioni | Il cavo orale è un ambiente a rischio infezioni. Per tale ragione potrebbero essere prescritti degli antibiotici e un collutorio. | |
Reazioni all'anestesia | Allergie o intolleranze ai farmaci anestetici. Sono piuttosto rare. | |
Rischi specifici | Deiscenza della ferita | Le gengive devono essere distese sull'innesto osseo e chiuse con punti di sutura. A volte, a causa di un'eccessiva tensione o di un trauma da masticazione, il lembo gengivale si decompone, rendendo necessari ulteriori interventi e aumento il rischio di infezione e di perdita dell'innesto osseo. |
Riassorbimento dell'innesto | L'innesto osseo deve essere stimolato dall'inserimento di un impianto entro 6-12 mesi dall'intervento di rigenerazione ossea. In caso contrario, l'innesto potrebbe riassorbirsi (retrazione). | |
Danni alle strutture limitrofe | Lesioni a nervi, radici dentali adiacenti o perforazione del seno mascellare. | |
Complicanze sul sito donatore | Problemi che possono insorgere nella zona da cui viene prelevato l’osso per eseguire l’innesto (rigenerazione ossea autologa) | |
Reazioni allergiche o rigetto | Il rischio è più raro se il materiale da innestare viene prelevato dal corpo del paziente e più alto negli altri casi (materiali sintetici, ossa di origine animale e ossa di altri donatori) |
Quali sono i fattori di rischio per l’insuccesso di una rigenerazione ossea dentale?
Il successo di una rigenerazione ossea non dipende solo dalla tecnica chirurgica ma anche da una serie di fattori che possono aumentare il rischio di complicanze o di insuccesso. Conoscerli aiuta a comprendere perché, in alcuni pazienti, l’innesto abbia una maggiore probabilità di attecchire rispetto ad altri. I principali elementi da considerare sono sostanzialmente tre:
- Tipo di materiale scelto per l'innesto;
- Condizioni generali di salute del paziente;
- Osservanza delle indicazioni post-operatorie.
Tipo di materiale scelto per l'innesto
Il tipo di materiale che viene scelto per l'innesto gioca un ruolo molto importante. In tal senso, è importante distinguere tra:
- Autoinnesto (osso del paziente stesso, anche detto autologo): in questo caso il tasso di successo è più alto, perché l’osso è naturalmente compatibile;
- Alloinnesto (osso proveniente da donatore umano): l'efficacia è generalmente buona ma i tempi di integrazione potrebbero essere più lunghi;
- Xenoinnesto (da animale) e materiali sintetici: sono ormai ampiamente usati e biocompatibili ma ci sono alcuni rischi, seppur rari, da considerare come un riassorbimento precoce o una fusione più lenta.
Questo argomento è tuttora motivo di dibattito anche all'interno della comunità scientifica. Il Dott. Matteo Chiapasco, professore associato presso il Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche dell'Università degli Studi di Milano, visiting professor presso la Loma Linda University in California e fondatore dell'Accademia Italiana di Osteointegrazione, in un'intervista pubblicata su Dental-tribune.com ha parlato delle nuove tecnologie nel campo della rigenerazione ossea dichiarando quanto segue: "Ritengo che la ricerca debba concentrarsi su due aspetti: lo sviluppo di nuovi materiali per migliorare la rigenerazione ossea senza ricorrere al prelievo di osso autologo (a condizione che l'efficacia sia la stessa o migliore) e qualsiasi procedura che riduca la morbilità e i tempi di riabilitazione".
Condizioni generali di salute del paziente
Le condizioni generali di salute e le tue abitudini potrebbero influire non poco sul buon esito della procedura. Ci riferiamo, in particolare, a:
- Fumo, fattore che riduce l’ossigenazione dei tessuti e rallenta la cicatrizzazione;
- Diabete o malattie sistemiche non controllate, le quali potrebbero compromettere i processi di rigenerazione;
- Scarsa igiene orale, elemento che contribuisce in maniera proporzionale all'aumento del rischio di infezioni.
Osservanza delle indicazioni post-operatorie
Un innesto osseo può fallire anche se l’intervento è stato eseguito correttamente, qualora tu non sia disposto a seguire scrupolosamente le indicazioni fornite dal chirurgo orale, come ad esempio:
- Dieta morbida e bilanciata nei giorni successivi all'intervento;
- Corretta igiene orale con collutori e prodotti specifici;
- Assunzione degli antibiotici e antidolorifici prescritti;
- Rispetto delle visite di controllo periodiche.
Considerando che l'innesto osseo è una procedura dai costi abbastanza impegnativi, specie se ad essa bisognerà aggiungere le spese per il successivo impianto dentale, è auspicabile un impegno costante da parte del paziente, anche per proteggere l'investimento effettuato.
I risultati di uno studio
Uno studio ha analizzato 279 pazienti sottoposti a 456 procedure di aumento osseo prima del posizionamento di impianti dentali. Nella tabella gli esiti clinici dello studio, con l'indicazione delle principali complicanze e dei fattori di rischio.
Esiti clinici | 436 innesti riusciti, 20 innesti non riusciti |
Complicanze | Deiscenza del tessuti molli, infezioni della ferita, esposizione dell'innesto, disturbi della sensibilità, sintomi di sinusite, fallimento dell'innesto |
Fattori di rischio associati alle complicanze | Età superiore ai 40 anni, fumo, storia di parodontite, scarsa igiene orale, sanguinamento gengivale, complessità della situazione dentale (ad esempio più denti mancanti nello stesso punto) |
Si tratta di risultati in linea con le rilevazioni effettuate da Eccellenza Medica, sito di prenotazioni mediche online, presso i propri centri di implantologia accreditati in tutta Italia.
Domande frequenti sui rischi della rigenerazione ossea dentale
Cosa succede se dopo la rigenerazione ossea dentale non faccio l'impianto?
L’innesto osseo dentale viene eseguito nella maggior parte dei casi per creare una base solida di tessuto osseo in grado di sostenere un impianto dentale. Sono diverse le conseguenze legate al mancato inserimento di un impianto dopo un intervento di rigenerazione ossea.
Nei primi mesi il corpo integrerà gradualmente il materiale nell’osso naturale tramite il processo di osteointegrazione. Senza la presenza di un impianto che stimoli e stabilizzi l’osso attraverso le forze masticatorie, però, col tempo potrebbe verificarsi un riassorbimento. L’osso, infatti, non è un tessuto statico: se non viene utilizzato, l’organismo lo considera “superfluo” e ne riassorbe progressivamente i minerali.
In sintesi, dunque, un innesto osseo senza impianto non è necessariamente sprecato ma i suoi risultati sono meno prevedibili e, senza un'adeguata stimolazione, il volume osseo tenderà a ridursi nel lungo periodo.
L'innesto osseo dentale può essere rigettato?
È raro che un innesto osseo venga rigettato in quanto il materiale utilizzato in odontoiatria viene trattato e sterilizzato per rimuovere eventuali cellule vive che potrebbero innescare una risposta immunitaria. Nonostante ciò, può accadere che l'organismo riconosca questi materiali come estranei, innescando una eccessiva risposta immunitaria che può portare al rigetto dell'innesto.
Cosa devo fare se si manifestano i sintomi tipici del rigetto?
Se avverti dolori, gonfiore, infiammazione o arrossamento nel punto in cui è stato effettuato l'intervento ti consigliamo di rivolgerti quanto prima al chirurgo orale che ha eseguito la procedura. Sarà quest'ultimo a stabilire il percorso terapeutico migliore. In alcuni casi, potrebbe essere necessario mettere in atto procedure extra per migliorare l'afflusso di sangue nell'area oppure rimuovere eventuali tessuti infetti o necrotici. La decisione verrà presa tenendo conto delle condizioni del paziente e dei motivi che hanno causato il rigetto.
Fonti e bibliografia
- Sakkas, Andreas et al. “Risk factors for post-operative complications after procedures for autologous bone augmentation from different donor sites.” Journal of cranio-maxillo-facial surgery : official publication of the European Association for Cranio-Maxillo-Facial Surgery vol. 46,2 (2018): 312-322. doi:10.1016/j.jcms.2017.11.016;
- Ivorygraft.com;
- Dental-tribune.com.