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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Rimozione Impianto Dentale: quando e come va fatta?


È possibile rimuovere o sostituire un impianto dentale?


Sì, un impianto dentale può essere rimosso e, nella maggior parte dei casi, anche sostituito, ma si tratta di un’eventualità relativamente rara. Gli impianti infatti rappresentano una soluzione stabile e duratura, in grado di integrarsi in modo permanente con l’osso mascellare o mandibolare attraverso un processo chiamato osteointegrazione. Proprio per questo motivo, a differenza di una protesi mobile, la loro rimozione non è semplice né immediata e richiede un'attenta valutazione da parte dell'implantologo.


rimozione impianto dentale


Quando è necessario rimuovere un impianto?


La rimozione di un impianto dentale è una procedura eccezionale, che viene presa in considerazione solo quando non esistono soluzioni conservative efficaci. Nella maggior parte dei casi, eventuali problemi legati a un impianto possono essere intercettati e gestiti prima di arrivare alla sua estrazione. Quando, però, le complicanze diventano irreversibili o rischiano di compromettere l’osso e i tessuti circostanti, la rimozione può rappresentare la scelta clinica più sicura.


Tra le cause più frequenti rientra la perimplantite, un’infezione dei tessuti attorno all’impianto simile alla parodontite, che può provocare un progressivo riassorbimento osseo.


Un’altra condizione è il fallimento dell’osteointegrazione, cioè la mancata fusione dell’impianto con l’osso, che rende la vite instabile sin dalle prime fasi.


Anche traumi, sovraccarichi masticatori o errori nella distribuzione delle forze possono danneggiare l’impianto nel tempo. In casi più rari, la rimozione può essere indicata per problemi medici specifici, come il coinvolgimento di strutture nervose, reazioni avverse al titanio o condizioni sistemiche che compromettono la guarigione.


Infine, l’impianto può essere rimosso per scelte protesiche, ad esempio quando il paziente decide di optare per soluzioni alternative come protesi mobili. Ecco una tabella che sintetizza le principali ragioni che potrebbero indurre l'implantologo a optare per la rimozione dell'impianto.


PerimplantiteInfezione dei tessuti peri-implantari con perdita progressiva di osso
Mancata osteointegrazioneL’impianto non si integra correttamente con l’osso
Mobilità dell'impiantoL’impianto risulta instabile o si muove
Sovraccarico masticatorioForze eccessive o mal distribuite che danneggiano impianto e osso
Trauma o fratturaDanni causati da urti o incidenti
Frattura dell'impiantoRottura della vite implantare
Coinvolgimento nervosoDolore persistente o alterazioni della sensibilità
Reazioni o allergie ai materialiRarissime, ma possibili in soggetti predisposti
Problemi protesici irrisolvibiliCorona o struttura non più compatibile o recuperabile
Scelta di una riabilitazione alternativaPassaggio a protesi mobili o altre soluzioni


Come avviene la rimozione dell'impianto dentale?


La rimozione di un impianto dentale è una procedura chirurgica che deve essere eseguita esclusivamente da un dentista esperto in implantologia o da un chirurgo orale. Rispetto all’inserimento, l’intervento può risultare più complesso perché l’impianto è progettato per integrarsi stabilmente con l’osso. In ogni caso, grazie a una corretta pianificazione e all’uso di tecniche moderne, oggi è possibile intervenire in modo sicuro e il meno invasivo possibile.


Prima dell’intervento viene sempre effettuata un’accurata valutazione clinica e radiologica, spesso con radiografie digitali o TAC Cone Beam 3D, per analizzare il grado di osteointegrazione dell’impianto, la quantità di osso residuo e la vicinanza a strutture anatomiche importanti come nervi o seni mascellari.


La rimozione avviene generalmente in anestesia locale, ma nei casi più complessi o nei pazienti particolarmente ansiosi potrebbe essere utilizzata una sedazione cosciente o, più raramente, un’anestesia generale.


Dal punto di vista tecnico, esistono diverse modalità di rimozione, scelte in base al livello di integrazione dell'impianto nell’osso e allo stato dei tessuti circostanti. Una volta rimosso l’impianto, l’area viene accuratamente detersa; se necessario, si può eseguire un innesto osseo per preservare o ricostruire il volume dell’osso in vista di una futura riabilitazione. La gengiva viene infine suturata e inizia la fase di guarigione, che può durare da alcune settimane a diversi mesi.


ProceduraDescrizione
Tecnica a coppia inversaL’impianto viene svitato applicando una forza controllata in senso opposto a quello di inserimento; indicata quando l’osteointegrazione è incompleta o l’osso è integro
Rimozione chirurgicaL’impianto viene liberato mediante un accesso chirurgico; può essere necessario rimuovere una piccola quantità di osso circostante


È sicuro rimuovere un impianto dentale?


Se eseguita da uno specialista esperto in implantologia e dopo un’adeguata pianificazione, la rimozione di un impianto dentale è generalmente una procedura sicura. Oggi l’impiego di esami radiologici avanzati e di tecniche chirurgiche mirate consente di ridurre al minimo i rischi e di preservare, per quanto possibile, osso e tessuti molli circostanti.


Nella maggior parte dei casi, dopo una corretta guarigione del sito, è possibile valutare anche il posizionamento di un nuovo impianto. Come per qualsiasi intervento chirurgico, però, anche la rimozione implantare comporta alcuni rischi e considerazioni che è importante conoscere.


  • Perdita di osso: la rimozione può comportare un riassorbimento osseo, soprattutto se l’impianto era fortemente osteointegrato; in questi casi può rendersi necessario un innesto osseo;
  • Infezione post-operatoria: evenienza non comune, che può esseree prevenuta seguendo scrupolosamente le indicazioni post-intervento ed eventuali terapie antibiotiche prescritte;
  • Danni a denti o strutture vicine: se l’impianto è vicino a nervi, seni mascellari o radici di denti adiacenti, è fondamentale un’elevata precisione chirurgica per evitare complicanze;
  • Prolungamento dei tempi di guarigione: la durata della guarigione varia in base allo stato di salute del paziente, all’estensione dell’intervento e alla qualità dell’osso residuo.


Quali fattori condizionano la possibilità di rimuovere o sostituire un impianto?


La decisione di rimuovere un impianto dentale e sostituirlo con uno nuovo dipende da una serie di fattori clinici e biologici che devono essere attentamente valutati dallo specialista.


Uno degli aspetti più importanti è la quantità e la qualità dell’osso residuo. In presenza di un riassorbimento osseo significativo, l’inserimento di un nuovo impianto potrebbe non essere immediatamente possibile. Allo stesso modo, lo stato di salute dei tessuti gengivali e delle strutture adiacenti gioca un ruolo fondamentale: infezioni attive, infiammazioni o malattie parodontali devono essere completamente risolte prima di valutare una sostituzione.


Incide inoltre la capacità di guarigione del paziente, strettamente collegata all’età, allo stile di vita e alla presenza di patologie sistemiche come diabete non controllato, osteoporosi o terapie farmacologiche che interferiscono con il metabolismo osseo. Anche le abitudini scorrette, come il fumo, possono ridurre le probabilità di successo.


Infine, è determinante il fattore tempo. Un impianto che fallisce precocemente è spesso più semplice da rimuovere e sostituire, perché il danno osseo è limitato. Al contrario, impianti presenti da molti anni possono richiedere procedure più complesse prima di una nuova riabilitazione.


A tal proposito, è interessante sottolineare quanto emerso da una revisione che ha analizzato i principali studi clinici a lungo termine sugli impianti dentali. Al netto del fatto che, come confermato anche dagli implantologi accreditati dal sito di prenotazioni mediche online EccellenzaMedica.it, le percentuali di riuscita sono molto elevate, la maggior parte dei fallimenti implantari causati da perimplantite si verifica nei primi anni dopo l’inserimento.


In sintesi, la possibilità di rimuovere o sostituire un impianto dentale dipende soprattutto da:


  • Quantità e qualità dell’osso disponibile;
  • Salute di gengive e tessuti circostanti;
  • Condizioni generali di salute e capacità di guarigione del paziente;
  • Momento in cui si interviene rispetto al fallimento dell’impianto.


Quali sono i trattamenti alternativi dopo la rimozione dell'impianto?


Dopo la rimozione di un impianto dentale, esistono diverse soluzioni alternative che è possibile considerare.


Una di queste è il posizionamento di un nuovo impianto dentale. Se l’osso e i tessuti gengivali sono in buone condizioni, il nuovo impianto può essere inserito dopo un adeguato periodo di guarigione. In presenza di riassorbimento osseo, può essere necessario procedere prima con un innesto di osso per ricreare un supporto adeguato.


Un’alternativa all'impianto è rappresentata dal ponte dentale fisso, che consente di sostituire il dente mancante appoggiandosi ai denti adiacenti, opportunamente limati e ricoperti da corone.


Per i pazienti che non sono candidati a un nuovo impianto o che preferiscono una soluzione meno invasiva, è possibile ricorrere a una protesi parziale mobile.


Infine, il paziente può decidere di non sostituire il dente rimosso, soprattutto se si trova in una zona poco visibile o con scarso impatto funzionale. Anche questa scelta deve essere attentamente valutata, poiché l’assenza di un dente può favorire nel tempo lo spostamento degli elementi vicini e la perdita di osso.


ponte come alternativa alla rimozione dell'impianto dentale


Domande frequenti


Come prevenire il fallimento e la rimozione di un impianto dentale?


Il modo migliore è mantenere una scrupolosa igiene orale, effettuare controlli periodici, evitare il fumo e proteggere l’impianto da sovraccarichi masticatori (ad esempio con un bite in caso di bruxismo). La prevenzione riduce drasticamente il rischio di infezioni e perdita ossea.


Quanto dura il dolore dopo la rimozione?


Il dolore è generalmente lieve o moderato e tende a ridursi nell’arco di pochi giorni, diventando minimo entro una settimana.


È possibile inserire un nuovo impianto subito dopo la rimozione?


In alcuni casi sì. L’inserimento immediato è possibile solo se non sono presenti infezioni, l’osso è sufficiente e il sito è stabile. In caso contrario, è necessario attendere la guarigione o eseguire un innesto osseo prima della sostituzione.


Fonti e bibliografia


  • Albrektsson, Tomas et al. “Implications of considering peri-implant bone loss a disease, a narrative review.” Clinical implant dentistry and related research vol. 24,4 (2022): 532-543. doi:10.1111/cid.13102.

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