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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Abutment impianto: cos'è e a cosa serve?

Se hai intenzione di fare un impianto dentale o semplicemente ti interessa informarti su questo argomento, è importante conoscere il ruolo esercitato dall'abutment nell'ambito di una procedura implantologica. In questo articolo descriveremo nel dettaglio cos’è l'abutment, a cosa serve, come viene applicato e come prendersene cura.


abutment impianto


Cos'è l'abutment per un impianto dentale?


La parte metallica che funge da base per una corona prende il nome di abutment o moncone. L'abutment, dunque, non è altro che un connettore: una parte è fissata all'osso mascellare, mentre all'altra estremità viene inserita la corona. Il moncone non viene, nella maggior parte dei casi, applicato durante l'intervento di implantologia dentale ma in una fase successiva cioè dopo che si sia verificata l'osteointegrazione (fusione tra impianto e osso).


A cosa serve un abutment?


Lo scopo principale dell’abutment è quello di fare da collegamento tra l’impianto inserito nell’osso e il dente artificiale. In altre parole, è l’elemento su cui verrà fissata la protesi dentale vera e propria. Oltre a fornire stabilità funzionale al morso, l’abutment permette di ottenere un risultato estetico naturale, soprattutto quando viene scelto un materiale adatto al colore dei denti e delle gengive.


Con quali materiali può essere realizzato?


Gli abutment possono essere realizzati in diversi materiali, ognuno con caratteristiche specifiche:


  • Titanio
  • Zirconia;
  • Acciaio inossidabile chirurgico;
  • Oro;
  • PEEK (polietere etere chetone).


Il titanio è il materiale più utilizzato, grazie alla sua eccellente biocompatibilità e resistenza meccanica. La zirconia è il materiale ideale per le zone anteriori poiché il suo colore è molto simile al dente naturale. Garantisce, dunque, un ottimo risultato sul piano estetico. L'acciaio inossidabile chirurgico è un materiale robusto e duraturo, anche se meno affidabile sotto il profilo estetico.


Sempre più raro, invece, l'utilizzo dell'oro, soprattutto per via dei suoi costi elevati. Rimane, però, un materiale molto apprezzato per la sua lavorabilità e biocompatibilità. Infine, in determinati casi, potrebbe essere consigliato il ricorso al PEEK (polietere etere chetone), materiale plastico ad alte prestazioni.


Tipologie di abutment disponibili


Sono sostanzialmente due le tipologie di abutment utilizzabili in implantologia:


  • Abutment standard;
  • Abutment personalizzati.


Gli abutment standard sono prodotti dalle aziende che si occupano della realizzazione degli impianti dentali e sono disponibili in una vasta gamma di dimensioni, forme e angolazioni. Questa soluzione è spesso utilizzata per gli impianti in posizione posteriore, per i quali gli aspetti estetici sono meno prioritari. Sono, inoltre, più economici e facili da reperire.


Gli abutment personalizzati vengono realizzati presso un laboratorio odontotecnico a partire da un’impronta presa dal dentista. Ogni abutment è progettato per adattarsi perfettamente alla morfologia gengivale e alla posizione dell’impianto, con l'obiettivo di garantire un risultato estetico e funzionale superiore in confronto agli abutment standard. Sono particolarmente indicati per i denti anteriori.


Procedura di posizionamento dell'abutment


Il posizionamento dell’abutment può avvenire attraverso due differenti procedure:


  • Procedura monofasica;
  • Procedura bifasica.


La procedura monofasica prevede che l'abutment venga applicato subito dopo l'inserimento dell'impianto, rendendo non necessario un secondo intervento. Al contrario, con la procedura bifasica, l'impianto viene inserito e coperto dalla gengiva per poi attendere l'osteointegrazione. Una volta avvenuta la guarigione, si esegue una piccola incisione per scoprire l’impianto e posizionare l’abutment su cui sarà poi fissata la protesi.


Dopo l’inserimento del moncone, le gengive impiegano generalmente 4-6 settimane per guarire completamente. Durante questo periodo è fondamentale seguire attentamente le indicazioni del proprio dentista che presumibilmente suggerirà di:


  • Mangiare cibi morbidi e freddi nei primi giorni;
  • Pulire con cura l'area attorno all'impianto per evitare infezioni;
  • Monitorare la guarigione e l'integrazione dell'abutment con i tessuti attraverso regolari visite di controllo dal dentista.


Come avviene il collegamento tra corona e moncone?


La corona dentale può essere collegata al moncone tramite due tecniche principali:


  • Avvitamento;
  • Cementazione.


In caso di avvitamento, la corona viene fissata al moncone mediante una piccola vite. Questa opzione è vantaggiosa perché consente una facile rimozione della corona in caso di necessità (ad esempio, per riparazioni o manutenzioni), senza danneggiare l’impianto o la gengiva circostante. Le corone avvitate sono particolarmente indicate per i denti posteriori, nei quali l’estetica è meno rilevante. Di contro, nei denti anteriori potrebbero risultare meno gradevoli dal punto di vista estetico, poiché la vite può alterare l’aspetto naturale della corona.


Le corone cementate vengono fissate al moncone con un apposito cemento dentale. Questa soluzione offre un risultato estetico eccellente, perfetto per i denti anteriori, poiché non vi sono fori visibili sulla superficie della corona. D'altra parte, in caso di manutenzioni o riparazioni, la rimozione della corona è più complessa e può richiedere l’intera sostituzione della protesi. Questa soluzione è, spesso, preferita per ragioni estetiche.


L'importanza del moncone di guarigione


Il moncone di guarigione, conosciuto anche come vite di guarigione, è un dispositivo inserito dopo l’impianto per favorire la corretta guarigione dei tessuti attorno alla vite implantare. Le sue funzioni sono quelle di:


  • Stimolare la rigenerazione naturale della gengiva;
  • Prevenire la formazione di placca e residui di cibo nella zona implantare, mantenendo pulita e protetta l'area interessata dall'intervento;
  • Modellare il profilo gengivale in modo che la futura protesi possa innestarsi in modo stabile e armonioso.


Come prendersi cura dei monconi


Una corretta igiene orale è fondamentale per favorire la guarigione e prevenire infezioni o complicazioni attorno ai monconi. Ecco alcune indicazioni pratiche:


  • Subito dopo l’intervento, è consigliabile effettuare sciacqui delicati con un collutorio antibatterico prescritto dal dentista;
  • Dal secondo giorno è possibile lavarsi i denti, facendo però attenzione a non toccare direttamente la gengiva o il moncone;
  • Dalla terza alla quarta settimana, è possibile pulire il moncone 2-3 volte al giorno con un batuffolo di cotone imbevuto di collutorio antimicrobico;
  • Dalla quinta settimana è possibile iniziare a spazzolare delicatamente il moncone con uno spazzolino morbido, senza esercitare troppa pressione, per evitare di danneggiare i tessuti circostanti;
  • Quotidianamente, è importante effettuare sciacqui con acqua salata, così da ridurre il gonfiore e mantenere pulita la bocca.

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