A seguito della perdita di un dente, siamo portati a pensare che l'unica soluzione sia l'impianto dentale. In realtà, è l'ipotesi maggiormente consigliata anche dagli odontoiatri, a causa dei diversi vantaggi che essa garantisce. Eppure, esiste un’alternativa poco conosciuta ma molto interessante, soprattutto per bambini e adolescenti: il trapianto dentale.
Si tratta di una procedura che, in determinati casi, permette di sostituire un dente mancante con un altro dente naturale, prelevato dallo stesso paziente o, più raramente, da un donatore. Questa tecnica non è affatto nuova: risale addirittura all’epoca degli antichi Egizi e Romani, ma negli ultimi anni è tornata alla ribalta grazie ai progressi dell’odontoiatria moderna.
Che cos’è il trapianto dentale?
Il trapianto dentale consiste nello spostamento di un dente da una posizione all’altra all’interno della stessa bocca. In ambito medico si parla di trapianto autologo quando il dente da impiantare proviene dallo stesso paziente. Ad esempio, può accadere che un dente del giudizio, non necessario alla masticazione, venga trapiantato in un altro punto della bocca in cui manca un dente.
Il trapianto dentale è particolarmente indicato nei pazienti giovani, nei quali l’uso di protesi fisse o impianti in titanio potrebbe non essere ancora consigliabile. Del resto, è innegabile che un dente naturale, anche se sottoposto a devitalizzazione, restituisce una sensazione diversa e più familiare rispetto a un impianto e, dunque, ad un dente artificiale.
Come si svolge la procedura?
Il trapianto dentale è una procedura chirurgica composta da diverse fasi. Si comincia con una visita specialistica, durante la quale vengono effettuate radiografie 2D o esami 3D per pianificare accuratamente l’intervento e valutare la compatibilità del dente donatore. Successivamente, si procede con la somministrazione dell’anestesia (generalmente locale).
A questo punto, il chirurgo orale estrae con cura il dente donatore, che può provenire dalla stessa bocca del paziente (ad esempio un dente del giudizio o un premolare). Allo stesso tempo viene preparata l'area che dovrà ricevere l'innesto, modellandola secondo la forma del dente da inserire. Il dente donatore viene quindi posizionato nell’alloggiamento e fissato mediante suture.
Dopo l’intervento, il paziente dovrà assumere antibiotici e collutori a base di clorexidina per prevenire infezioni. In genere, dopo circa una settimana si procede alla rimozione delle suture. Nel corso della prima visita di controllo, il chirurgo si accerterà della corretta integrazione del dente.
Quando è utile fare un trapianto di denti?
Il trapianto dentale rappresenta una soluzione utile soprattutto quando un dente permanente non si sviluppa correttamente o viene perso precocemente. Le cause più comuni di perdita dei denti permanenti sono:
- Carie;
- Parodontite;
- Traumi.
Il trapianto dentale potrebbe, inoltre, essere consigliato ai bambini affetti da anchilosi dentale, patologia che si ha quando la radice del dente non riesce a separarsi dall’osso. Questa condizione può interferire con la normale crescita della mascella. In tali situazioni, il trapianto di un dente con radice sana può favorire lo sviluppo corretto dell’osso mascellare.
Oggi sono diverse le evidenze scientifiche che dimostrerebbero le alte percentuali di successo di un trapianto dentale, sia per quanto riguarda la guarigione dell’osso (parodonto), sia per la rigenerazione della polpa dentale. In particolare, sembra che i risultati migliori si ottengano con il trapianto di:
- Denti del giudizio;
- Denti da latte;
- Premolari.
Questo tipo di intervento è più frequente nei bambini e negli adolescenti, perché la loro struttura ossea è ancora in fase di sviluppo ed è, dunque, più facile che il dente trapiantato possa integrarsi correttamente. A seconda del caso clinico, però, il trapianto dentale potrebbe essere consigliato anche a soggetti in età adulta.
Chi può farlo?
Come per qualsiasi intervento chirurgico, ci sono alcuni requisiti che è necessario possedere per potersi sottoporre al trapianto dentale. In primo luogo, il paziente deve godere di buone condizioni di salute. Pertanto, potrebbe essere sconsigliata tale procedura a:
- Pazienti affetti da malattie sistemiche gravi, come diabete non controllato o disturbi della coagulazione;
- Pazienti ad alto rischio di infezioni (endocardite o immunodeficienza, ad esempio);
- Pazienti affetti da parodontite o da infiammazioni ancora in corso nelle zone interessate dall'intervento.
Per poter fare un trapianto è, in primo luogo, importante la presenza di un dente donatore, cioè un dente del paziente stesso che abbia una forma e dimensioni compatibili con lo spazio da colmare. Questo dente deve potersi adattare correttamente all’area ricevente, sia per motivi estetici che funzionali.
Inoltre, nella zona in cui il dente verrà inserito deve esserci spazio sufficiente all’interno dell’arcata dentale, così da evitare l'insorgenza di pressioni o squilibri con i denti vicini. Infine, è importante che nell’area interessata ci sia una buona quantità di tessuti molli (gengiva e mucosa orale), requisito indispensabile per garantire una corretta guarigione ma soprattutto la stabilità del dente trapiantato.
Pro e contro del trapianto dentale
Il trapianto di denti propri (autologo) offre diversi vantaggi, in particolare:
- Utilizzo di un dente naturale già presente nella bocca del paziente;
- Possibilità di stimolare naturalmente la crescita dell'osso mascellare;
- Possibilità di intervenire anche su bambini e adolescenti;
- Nessuna necessità di limare i denti limitrofi, come avviene invece per i ponti dentali.
Come per qualsiasi procedura, è importante considerare anche gli aspetti meno positivi. I denti trapiantati, ad esempio, sono più sensibili alle carie e non sempre sono adatti a sostenere una protesi dentale complessa. Parliamo, per giunta, di una tecnica complessa, non eseguita da tutti i dentisti poiché richiede un'esperienza pratica e conoscenze specifiche. Occhio anche ai possibili fattori di rischio e complicazioni legate ad un trapianto di denti, tra cui:
- Riassorbimento della radice causata da infezioni;
- Anchilosi;
- Necrosi della polpa dentale (morte del tessuto interno del dente);
- Riassorbimento cervicale invasivo (condizione che può portare alla perdita della struttura dentale).
Quanto costa un trapianto di denti?
Il costo di un trapianto dentale in media si aggira tra i 2.800 e i 3.700 euro ma può variare in base alla complessità dell’intervento, alla zona geografica e all’esperienza del chirurgo. In confronto, un impianto dentale tradizionale può costare tra i 1.000 e i 3.000 euro per dente, anche se questa cifra può aumentare qualora fossero necessari interventi aggiuntivi come innesti ossei o rialzi del seno mascellare.