- Cosa sono gli impianti basali?
- Quali sono i pro e i contro dell'implantologia basale?
- Quali sono i rischi degli impianti basali?
- Chi può fare un impianto basale e chi no?
- Come avviene il posizionamento di un impianto basale?
- Quali protesi si utilizzano per gli impianti basali?
- Domande frequenti sugli impianti basali
Cosa sono gli impianti basali?
Gli impianti basali rappresentano una delle innovazioni più importanti nell’implantologia moderna. Si tratta di impianti dentali ancorati nel corticale osseo, cioè la parte più densa e resistente dell’osso mascellare o mandibolare.
A differenza degli impianti tradizionali che si inseriscono nello strato più morbido dell’osso (spugnoso) e necessitano di tempi lunghi per l’osteointegrazione, gli impianti basali offrono un'immediata stabilità. Ciò li rende particolarmente indicati nei casi complessi, quando la quantità di osso è poca o quando non si vuole ricorrere a innesti ossei.
Inoltre, la compatibilità degli impianti basali con la tecnica del carico immediato consente al paziente di ottenere la protesi definitiva a distanza di pochi giorni dall'intervento.
Sul punto è interessante il parere del Prof Dr. Stefan Ihde, rinomato parodontologo e implantologo, che in un articolo pubblicato su Anveli.dental ha dichiarato quanto segue: "Con la nuova generazione di impianti basali abbiamo reso possibile ciò che prima richiedeva mesi di attesa: un posizionamento in un unico step, senza innesti ossei e con un carico immediato già dopo 72 ore. È una soluzione affidabile anche per i casi più complessi".
Quali sono i pro e i contro dell'implantologia basale?
È importante considerare sia i vantaggi sia gli svantaggi legati all'implantologia basale. Abbiamo riassunto sia i pro che i contro nella seguente tabella.
Pro | Contro |
Carico immediato (72-96 ore) | Non sempre adatti a sostituzioni di singoli denti |
Nessun innesto osseo necessario | Richiedono grande esperienza chirurgica |
Soluzione stabile anche per pazienti con poco osso | Non tutti i centri di implantologia li propongono |
Tempi di riabilitazione brevi | Rischi più alti se si se si utilizzano materiali non certificati |
Quali sono i rischi degli impianti basali?
I rischi legati agli impianti basali non sono superiori a quelli dell’implantologia tradizionale ma vanno comunque considerati. Potrebbero verificarsi:
- Infezioni;
- Problemi di adattamento della protesi;
- Fallimenti in caso di impiego materiali di scarsa qualità.
Se il protocollo viene seguito correttamente, le probabilità di buona riuscita della procedura sono molto alte. L'esito del trattamento dipende in gran parte dall’esperienza del chirurgo e dall’utilizzo di impianti originali certificati.
Chi può fare un impianto basale e chi no?
Gli impianti basali sono particolarmente indicati nei pazienti che:
- Hanno perso molti denti;
- Hanno poco osso o soffrono di riassorbimento osseo;
- Vogliono evitare interventi invasivi come innesti o rialzi del seno mascellare;
- Fumatori;
- Desiderano una riabilitazione veloce.
Non sono invece sempre indicati per pazienti che:
- Devono sostituire un solo dente;
- Soffrono di patologie sistemiche gravi non controllate.
Prima di procedere, è fondamentale una visita implantologica con TAC 3D per valutare la situazione ossea e stabilire il piano terapeutico più adeguato.
Come avviene il posizionamento di un impianto basale?
Il posizionamento avviene in tempi rapidi, generalmente nell’arco di 4-7 giorni. Dopo le prime visite e gli esami diagnostici, gli impianti vengono inseriti nel corticale e la protesi fissa viene applicata entro 72-96 ore.
La tecnica del carico immediato, oltre ad evitare disagi sul piano estetico, garantisce una distribuzione uniforme delle forze masticatorie sugli impianti, migliorando la stabilità e la durata a lungo termine del trattamento. Durante i giorni successivi si effettuano prove, aggiustamenti e controlli per ottimizzare estetica e funzionalità.
Quali protesi si utilizzano per gli impianti basali?
Le protesi utilizzate sugli impianti basali sono fisse e progettate per garantire la massima stabilità e distribuzione delle forze masticatorie. Tra i materiali più innovativi figura la ceramica biocomposita, composto per il 75% di ceramica e per il 25% di composito. È un materiale che garantisce un aspetto molto simile ai denti naturali e che offre leggerezza e resistenza.
Esistono anche soluzioni in zirconia o metallo-ceramica, ma la tendenza moderna è orientata verso materiali più sottili, leggeri e confortevoli. In ogni caso, la scelta dipende dal piano terapeutico, dalla disponibilità economica e dalle esigenze estetiche del paziente.
Domande frequenti sugli impianti basali
Qual è la differenza tra implantologia basale e implantologia convenzionale?
L’implantologia convenzionale comporta tempi più lunghi: l’impianto viene inserito nell’osso spugnoso e lasciato integrare per mesi prima dell'applicazione della protesi definitiva. In caso di poco osso, spesso servono innesti o rialzi del seno. L’implantologia basale invece sfrutta l’osso corticale, molto più resistente, e consente un carico immediato senza ricorrere a procedure aggiuntive. È quindi più veloce e meno invasiva, ma richiede competenze specifiche.
Implantologia basale | Implantologia convenzionale |
Ancorata nell’osso corticale | Ancorata nell’osso spugnoso |
Carico immediato (denti in 3-4 giorni) | Carico immediato o differito |
Niente innesti ossei o rialzi | Spesso richiede innesti o rialzi |
Ideale per casi complessi e poco osso | Ideale per casi standard con osso adeguato |
Un recente studio clinico ha messo a confronto gli impianti basali e quelli convenzionali nella regione posteriore della mandibola, osservandone gli effetti nell’arco di 6 mesi. Sono stati coinvolti 20 pazienti, suddivisi in due gruppi: da un lato gli impianti basali, caricati immediatamente, dall’altro gli impianti tradizionali, caricati in maniera differita.
I risultati hanno evidenziato differenze significative tra i due approcci. Nel gruppo con impianti basali si è registrata una maggiore variazione media a livello di osso crestale (0,35 mm), di larghezza della gengiva cheratinizzata (0,27 mm) e di spessore gengivale (0,30 mm) rispetto agli impianti convenzionali.
Questi dati suggeriscono che il carico immediato, sebbene rappresenti un grande vantaggio per tempi e comfort del paziente, possa comportare un rischio più elevato di riassorbimento osseo e modificazioni dei tessuti molli nel breve termine, probabilmente a causa delle sollecitazioni biomeccaniche a cui l’impianto viene sottoposto fin da subito.
In conclusione, lo studio conferma l’efficacia degli impianti basali per la rapidità di riabilitazione, ma sottolinea anche la necessità di una valutazione attenta dei possibili effetti a livello osseo e gengivale. È ciò che avviene anche presso i centri di implantogia accreditati da EccellenzaMedica.it, sito di prenotazioni mediche online, nei quali la soluzione implantologica migliore viene decretata solo dopo una approfondita valutazione delle condizioni del paziente.
Quali sono le alternative agli impianti basali?
Le principali alternative sono gli impianti convenzionali, che restano una valida soluzione quando l’osso è sufficiente, e le protesi mobili. Queste ultime hanno costi più contenuti, ma offrono minore stabilità e comfort. Nei casi di mancanza di singoli denti, si possono valutare anche ponti tradizionali. Per pazienti con gravi riassorbimenti ossei, l’implantologia basale rimane una delle soluzioni più innovative ed efficaci.
Quanto costa un impianto basale?
Il costo varia da 500 € a 800 € per singolo impianto, ma in genere si tratta di riabilitazioni totali che prevedono più impianti e una protesi fissa. Fattori come la complessità del caso, il paese e la città in cui si opera e la qualità dei materiali incidono sul prezzo finale.
Gli impianti basali sono dolorosi?
La paura del dolore è molto comune, ma va ridimensionata. L’intervento viene eseguito con anestesia locale o sedazione, permettendo al paziente di affrontare la procedura senza fastidi. Dopo l’inserimento, è normale provare un leggero indolenzimento, gestibile con comuni analgesici. Rispetto ad altre tecniche che prevedono innesti o interventi complessi, l’implantologia basale è meno invasiva e comporta un recupero più rapido.
Quanto dura un impianto basale?
Gli impianti basali sono costruiti in lega di titanio, materiale che non si degrada e resiste alla corrosione. Con una corretta igiene orale e controlli regolari, possono durare anche tutta la vita. La longevità dipende non solo dall’impianto in sé ma anche dalla qualità della protesi e dall'osservanza delle indicazioni post-operatorie. I dati clinici e le esperienze raccolte negli ultimi vent’anni dimostrano che si tratta di una soluzione sicura, stabile e duratura.
Fonti e bibliografia
- Anveli.dental;
- Pandaw, Kshitibhushan Singh et al. “Comparative Analysis of Crestal Bone Levels of Basal Implants and Conventional Implants: A Clinico Radiological Study.” Journal of pharmacy & bioallied sciences vol. 16,Suppl 4 (2024): S3655-S3657. doi:10.4103/jpbs.jpbs_1164_24.