Gli impianti dentali rappresentano una delle migliori soluzioni per la sostituzione di uno o più denti mancanti. L'impianto consiste in una radice artificiale in titanio che, una volta inserita nell’osso mascellare o mandibolare, funge da supporto per la protesi dentale definitiva, restituendo al paziente funzionalità masticatoria ed estetica del sorriso.
Ma qual è l'iter da seguire prima di sottoporsi ad un intervento di implantologia? Il primo passo coincide con la visita implantologica, un passaggio fondamentale per valutare l’idoneità del paziente al trattamento implantare e per fornire risposte chiare rispetto alle tempistiche ma anche ai costi dell'implantologia. Andiamo, dunque, a vedere come si svolge e quali sono gli elementi che caratterizzano la prima visita.
Le fasi della prima visita implantologica
La prima visita implantologica è molto più di una semplice controllata ai denti. Si tratta, infatti, di un check-up completo e strutturato che permette all’implantologo di raccogliere tutte le informazioni necessarie sul paziente. Questi i vari step:
- Analisi del cavo orale;
- Valutazione della qualità e quantità di osso residuo;
- Anamnesi;
- Piano terapeutico;
- Preventivo.
Analisi del cavo orale
Nel corso del consulto il dentista dovrà in primo luogo valutare le condizioni di denti, gengive e mucose nonché analizzare l'occlusione cioè il modo in cui i denti combaciano. Sarà necessario verificare la presenza di eventuali segni di parodontite, carie, infezioni in corso, problemi gengivali o qualsiasi altra condizione non molto compatibile con un trattamento implantare. L'implantologo dovrà, inoltre, valutare in che modo sono distribuiti i denti residui nonché lo spazio disponibile per l'inserimento della protesi definitiva a seguito della guarigione e dell'integrazione tra impianto e osso.
Valutazione della qualità e quantità di osso residuo
Un elemento fondamentale ai fini del buon esito di un intervento di implantologia dentale è la qualità e quantità di osso presente nella mascella o nella mandibola. Per ottenere informazioni certe e precise, è necessario avvalersi di indagini diagnostiche avanzate e, dunque, di strumenti come:
- Ortopanoramica dentale, la quale aiuta ad ottenere una visione d’insieme dell’apparato masticatorio;
- TAC Cone Beam 3D che permette, attraverso immagini tridimensionali estremamente dettagliate, di analizzare lo spessore, l’altezza e la densità dell’osso;
- Scansioni intraorali che favoriscono lo sviluppo di un modello digitale della bocca, utile per la pianificazione computer-guidata dell’intervento.
Anamnesi
Una chiacchierata tra implantologo e paziente è importante non soltanto per far sì che tra le parti possa nascere un rapporto di fiducia ma anche ai fini di una più attenta valutazione diagnostica. L’implantologo dovrà, a tal proposito, cercare di raccogliere informazioni sullo stato di salute generale del paziente, focalizzandosi in particolare su:
- Malattie croniche (diabete, cardiopatie, osteoporosi);
- Interventi chirurgici subiti in passato;
- Terapia farmacologica in atto (ad esempio anticoagulanti).
La presenza di una o più di queste condizioni potrebbe, infatti, rallentare o compromettere il percorso di guarigione o costringere lo specialista ad apportare modifiche al protocollo implantare.
Piano terapeutico
Sulla base dei dati raccolti, l'implantologo proporrà il piano di trattamento più adeguato alle esigenze del paziente. Verranno illustrate in modo chiaro e trasparente le varie fasi del percorso implantare: eventuali estrazioni e/o innesti ossei da eseguire prima dell'intervento, tipo e numero di impianti, tempistiche, tecniche utilizzate (carico immediato, All-on-4, implantologia computer-guidata ecc.), tempi di guarigione e possibilità di inserire la protesi provvisoria già in fase post-operatoria.
Preventivo
In genere, l'ultima parte della visita è dedicata alle condizioni economiche del trattamento e ai costi dell'implantologia. Al termine dell’appuntamento, il paziente riceverà un preventivo dettagliato delle varie voci di spesa, comprese eventuali procedure complementari (innesti ossei, sedazione cosciente, rimozione denti compromessi). In genere, l'implantologo fornirà risposte anche rispetto alle modalità di pagamento. Trattandosi di procedure che si completano in diversi mesi e i cui costi spesso non sono trascurabili, è probabile che al paziente possa essere offerta la possibilità di dilazionare il pagamento, così da rendere più tollerabile l'investimento.
Quanto dura la visita implantologica?
La durata media della prima visita implantologica è di circa 30-60 minuti, a seconda della complessità del caso e degli esami da eseguire.
Quali domande dovrebbe porre il paziente durante la visita?
Durante la prima visita, il paziente ha l’occasione di chiarire ogni dubbio sul trattamento, esprimere eventuali timori e ricevere informazioni specifiche. Porsi e porre le giuste domande è fondamentale per affrontare l'intero percorso implantologico con maggiore serenità. Ecco alcune delle domande più importanti da fare all'implantologo e cosa aspettarsi come risposta.
Che materiali verranno utilizzati per impianti e protesi?
È utile sapere da subito se l’impianto sarà realizzato in titanio (materiale più utilizzato per la sua biocompatibilità) o in zirconia, indicata in caso di allergie o particolari esigenze estetiche. Anche per la protesi si possono utilizzare materiali diversi: resina composita, ceramica o zirconia. Il dentista consiglierà il materiale più adatto in base al caso clinico e al budget a disposizione del paziente.
L’intervento è doloroso?
È una delle preoccupazioni più comuni, sebbene spesso infondata. L’inserimento dell’impianto avviene in anestesia locale, rendendo indolore la procedura. In alternativa, per i pazienti più ansiosi, è possibile optare per la sedazione cosciente. Inoltre, oggi molte cliniche praticano tecniche mini-invasive (flapless) che non prevedono incisioni, riducendo i tempi di guarigione e il disagio post-operatorio.
Quali sono i rischi o le complicanze?
Come ogni intervento chirurgico, anche l’implantologia presenta rischi, seppur contenuti: infezioni, rigetto dell’impianto, perimplantite sono i più comuni. Dando per scontato che l'impianto sia stato inserito correttamente, per abbassare i rischi è necessario osservare alla lettera le indicazioni post-operatorie fornite dallo specialista, mantenere una buona igiene orale e sottoporsi regolarmente alle visite di controllo.
Resterò senza denti dopo l’intervento?
È una domanda del tutto legittima. Nella maggior parte dei casi, no: grazie alla tecnica del carico immediato, è possibile applicare una protesi provvisoria fissa già a poche ore dall’intervento. Il dentista valuterà se ci sono le condizioni per farlo (stabilità dell’impianto e buona densità ossea). In alternativa, per alcune settimane il paziente potrebbe indossare una protesi provvisoria rimovibile.