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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Impianto dentale singolo: guida completa all'Implantologia Stand Alone

L'implantologia nel corso degli anni ha fatto davvero dei passi da gigante. Oggi, non è così raro, a fronte di casi complessi di edentulia, che un implantologo possa proporre ad un paziente la realizzazione di più impianti (fino a 4 o 6) per la sostituzione di intere arcate dentali.


Sono ancora tanti, però, i casi in cui il paziente ha l'esigenza di sostituire un solo dente. In circostanze del genere potrebbe essere opportuno considerare le caratteristiche e i vantaggi dell'impianto dentale singolo e dell'implantologia stand alone, anche rispetto alle possibili alternative.


Cos'è un impianto dentale singolo?


Un impianto dentale è una vite in titanio che viene inserita chirurgicamente nell'osso mascellare in cui un dente risulta assente. Una volta completata l'integrazione tra impianto e osso, l'implantologo può procedere con il montaggio del dente sostitutivo, cioè una corona del tutto simile ai denti naturali sia nell'aspetto che nelle funzioni.


impianto singolo implantologia stand alone


Come avviene l'inserimento di un impianto dentale singolo?


La procedura di implantologia stand alone si compone di diverse fasi, ognuna delle quali molto delicata e fondamentale ai fini del successo del trattamento. Si comincia, innanzitutto, con una visita implantologica nel corso della quale l'implantologo analizza a livello generale la salute orale del paziente, cercando di comprendere se possano esservi le condizioni per un trattamento implantologico.


Uno degli aspetti più importanti da valutare riguarda la struttura ossea. Se il medico dovesse rendersi conto che l'osso mascellare non sia sufficientemente robusto da poter reggere l'inserimento di un impianto, potrebbe suggerire al paziente un innesto osseo cioè una procedura che consiste nel prelevare osso da un'altra fonte (eventualmente anche sintetico) per poi aggiungerlo alla mascella. Solo dopo la guarigione della mascella sarà possibile inserire l'impianto.


Si passa, poi, all'inserimento dell'impianto vero e proprio, attraverso un intervento di chirurgia orale in anestesia locale. Il chirurgo orale incide la gengiva per esporre l'osso, successivamente pratica dei fori nell'osso così da poter inserire l'impianto metallico.


Dopo questa procedura, lo spazio vuoto in cui manca il dente potrebbe essere sostituito da una corona provvisoria. Una volta posizionata la vite, l'impianto avrà circa 2-6 mesi di tempo per legarsi completamente all'osso e ai tessuti. Completata l'osteointegrazione, l'implantologo avvita il moncone sull'impianto e poi acquisisce le impronte in vista della realizzazione della corona definitiva, la quale potrà essere cementata o avvitata al moncone e fare così il suo ingresso nella bocca del paziente.


Quali sono i vantaggi dell'implantologia stand alone?


Non per tutti i pazienti l'assenza di un dente rappresenta un grosso problema. Spesso, però, si ignorano le possibili ripercussioni legate a questa condizione, non tanto o comunque non solo sul piano estetico. Quando la radice di un dente viene meno, infatti, sono maggiori i rischi di andare incontro a un deterioramento dell'osso mascellare e ad altri problemi dentali. Al contrario, fare un impianto dentale singolo consente di:


  • Preservare l'alveolo osseo nonché l'osso circostanze;
  • Migliorare la masticazione;
  • Parlare perfettamente;
  • Migliorare il sorriso.


Si tratta, inoltre, di una soluzione in grado di dare maggiore affidabilità e stabilità nel medio-lungo periodo.


Differenza tra implantologia stand alone e impianti ad arcata completa


Gli impianti ad arcata completa, anche detti impianti dentali All-on-4 o All-on-6, nascono allo scopo di consentire la sostituzione di un'intera arcata superiore o inferiore. Piuttosto che posizionare un impianto per ogni dente mancante, questo metodo utilizza da quattro a sei impianti dentali inseriti strategicamente nell'arcata per ancorare una dentatura fissa completa. Tali impianti supportano un ponte o una protesi personalizzata, saldamente fissata e che non può essere rimossa dal paziente.


Questa opzione è ideale per le persone a cui mancano la maggior parte o tutti i denti in un'arcata o per coloro che indossano delle protesi rimovibili e desiderano una soluzione più stabile e permanente. Gli impianti ad arcata completa, per ragioni facilmente intuibili, richiedono una pianificazione più accurata. Anche i tempi complessivi del trattamento potrebbero essere maggiori.


Un impianto dentale singolo rappresenta, invece, la soluzione migliore quando c'è da sostituire uno o, al massimo, due denti. L'implantologia stand-alone è una procedura certamente meno invasiva, garantisce un buon risultato estetico e buone prestazioni sul fronte della masticazione. Inoltre, i costi per l'inserimento di un singolo impianto dentale sono potenzialmente inferiori rispetto a quando ci sono da posizionare quattro o sei impianti e, dunque, sostituire intere arcate.


In linea generale, non esiste una soluzione implantologica che sia a priori migliore dell'altra. Prima di consigliare un impianto dentale singolo piuttosto che un impianto all-on-4 o all-on-6 lo specialista deve effettuare un'attenta e approfondita valutazione che tenga conto di diversi e importanti fattori, tra cui:


  • Numero di denti mancanti;
  • Struttura ossea;
  • Condizioni generali di salute orale;
  • Esigenze del paziente.


Differenza tra impianto dentale singolo e ponte dentale


Il ponte dentale è una soluzione che permette di colmare lo spazio vuoto venutosi a creare tra uno o più denti mancanti. È formato da due o più corone ed è sostenuto su entrambi i lati da un impianto o dai denti naturali del paziente.


Rispetto agli impianti dentali, i ponti sono meno costosi e garantiscono tempi molto più brevi se consideriamo che l'intera procedura può essere portata a termine nel giro di 10-15 giorni. Con un impianto dentale singolo, invece, prima dell'inserimento della corona bisognerà attendere l'osteointegrazione, la quale generalmente richiede dai 2 ai 6 mesi.


I ponti dentali potrebbero rappresentare la soluzione ideale per coloro che fumano e/o masticano tabacco. Inoltre, qualora venga riscontrata una significativa perdita ossea nell'area in cui manca il dente, l'odontoiatra potrebbe consigliare un ponte piuttosto che un impianto.


Infine, i ponti dentali potrebbero essere consigliati a pazienti in cura per il cancro oppure a coloro che sono affetti da patologie come diabete, osteoporosi e artrite o che hanno subito un intervento chirurgico alle valvole cardiache.


Un ponte dentale, di contro, è meno gradevole dal punto di vista estetico. I ponti sono, per giunta, maggiormente soggetti al rischio di deposito di cibo e di formazione del tartaro. Anche la durata di un ponte dentale potrebbe essere potenzialmente minore (5-10 anni) rispetto a quella degli impianti dentali (anche più di 20 anni).


Affinché il ponte possa durare nel tempo, è fondamentale che i denti di supporto adiacenti siano perfettamente sani. Innanzitutto, questi denti vanno limati affinché possano adattarsi alla forma del ponte.


Per giunta, in caso di problemi dentali comuni come una carie, il dente potrebbe andare incontro a frattura o alla procedura di devitalizzazione. Tutto ciò avrà delle ripercussioni anche sul ponte dentale che presumibilmente andrà sostituito. Con gli impianti dentali, invece, non è necessaria alcuna operazione preparatoria rispetto ai denti adiacenti.

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